Che dicevamo?
In tutti questi anni le tre lettere ne hanno fatta di strada dal debutto sulla prima Golf (1975-76), dove in quel contesto riassumevano un’auto scarna (leggera) e con la potenza giusta per renderla divertente. Era disinibita, scapestrata, la degna capostipite di ogni hot hatch che si rispetti. Il mondo, però, cambia e cambiano le esigenze; motivo per cui ai giorni nostri la GTI è una Golf completa di tutto che ha sempre un carattere grintoso, ma di sicuro non la verve delle prime edizioni. In questi termini a prendersi il primo premio per fede alla tradizione potrebbe essere l’inaspettata UP, che, seppur meno completa di una Golf, sembra riuscire a replicare molto meglio la ricetta che ha reso celebre la triade alfabetica agli esordi. Riesce a mettervi di buon umore, non è difficile da guidare e anche se esagerate lei tiene botta discretamente.


E la Polo?
Teoricamente ci si potrebbe aspettare la GTI definitiva: a metà tra Up e Golf, ma con il 2.0 L TSI da 200 cv a spingere le ruote dovrebbe essere tutta un’altra musica rispetto a prima. Stavolta, però, le voci di quei 4 appassionati appostati sotto le finestre delle uffici degli ingegneri devono essere rimaste inascoltate, in favore dei più silenti feedback del restante 98% della clientela. Il punto è che alla Golf possiamo perdonare il carattere maturo e impostato, anche in virtù del fatto che quello che sa fare davvero ce lo ha fatto vedere aggiungendo un Clubsport S alla sigla, con cui è andata a bussare alla porta di cose come la Megane R.S Trophy R ecc. La Up sarà pure una barzelletta su quattro ruote, ma è di sicuro una delle più divertenti e consigliate che ci siano, mentre la Polo fatica a ritagliarsi uno spazio da protagonista anche tra le rivali.


Spazio vs prestazioni
Fa strano è vero, ma tra le domande che ci siamo fatti c’è anche quella secondo cui la Polo GTI potrebbe essere dichiaratamente un’hot hatch più al servizio della quotidianità che delle prestazioni. Il dubbio ci è sorto sbirciando tra le dimensioni che la portano al livello di una Golf IV per intenderci, la capacità di carico, parecchie spanne sopra quella della concorrenza, le sole 4 porte, i sistemi di assistenza alla guida molto evoluti e completi, l’arrivo del cambio manuale solo di recente e gli interni meno sanguigni rispetto alle rivali, con una digitalizzazione pesante (Active Info Display di serie). Cresciuta a pane e praticità dunque, mentre l’arrivo del motore più potente porta i numeri della scheda tecnica a 200 cv e 320 Nm di coppia, con uno 0-100 Km/h nell’ordine dei 6,5 secondi e 237 km/h di velocità massima. Fin qui, siamo al pari delle rivali, ma quando arriviamo al dato cruciale per questo genere di auto, le mascelle cominciano a serrarsi. 1355 kg dichiarati. Eh sì, avete letto bene. Vero è che oggi una corretta distribuzione del peso e le sospensioni adattive riescono a mascherare bene i kg di troppo e rendere la guida comunque piacevole.