Aahah, ma che nome è?
Ehi andateci piano, gli appassionati potrebbero risentirsi della vostra scarsa cultura. La sigla sta per Gazoo Racing Meister of Nurburgring, 4 cose che da sole bastano per farvi capire che questo non è un giocattolo per bambini. Gazoo Racing è il team che ha riportato Toyota sui campi di gara del mondiale rally e con un titolo costruttori già al secondo anno si può dire che la dentro ci siano persone che sanno cosa fanno. Il resto del nome serve a spiegare che anche su un circuito tanto temibile potete presentarvi con quello che volete (all’interno del segmento) ma difficilmente riuscirete a leggere la targa della jap per più di 3 o 4 curve.
Per farvi capire quanto questa Yaris sia speciale considerate che ne sono state assemblate solo 400 e il cuore che la spinge è un 1.8 L da 212 CV; ma, attenzione, non si tratta di un motore turbo, bensì di uno con compressore volumetrico. Una rarità, una prelibatezza che vi da un’esperienza senza precedenti. La spinta data dal boost della sovralimentazione, con l’erogazione di un aspirato che tocca il limitatore a 7000 giri. Cose del genere si trovano solo nei fumetti della Marvel; o nelle Lotus, visto che siamo di fronte al motore che equipaggia la Elise. Quindi, se i primi dati vi fanno sbavare, mettete in conto un peso di 1135 kg, un assetto ribassato di 30 mm, tirato come il bicipite di Dwain “The Rock” Jonson e un differenziale autobloccante meccanico che strappa l’asfalto come se fosse pan di spagna.


OMG
Sì esatto. Già sulla carta vi fa una buona impressione e quando la guidate i sentimenti ballano a metà tra amore e paura. Non scherziamo, se in voi non c’è un po’ di timore reverenziale vuol dire che siete lontani dal suo limite (s-c-h-i-a-p-p-e). Dov’è il bello? Ovunque, a partire dal fatto che la filosofia che l’ha fatta nascere è quella che non contempla la parola compromesso. Si potrebbe parlare di GT3 RS delle hot hatch di questo segmento senza problemi, visto che lei solo una cosa sa fare. Andare forte. Non chiedetele di portarvi a spasso in città, con i suoi 7 km/l, quando va bene, non è fatta per andare al guizaglio e nemmeno con il suo abitacolo rumoroso e l’assetto da gruppo N (anche qualcosa di più).
È così old school che assomiglia a una di quelle serie speciali che nascevano per omologare le versioni da corsa nell’era più pazza del motorsport. Adorabile e temibile. Gli unici comfort che trovate sono aria condizionata e navigatore, per il resto scordatevi la modalità eco, green, eco +, normal, quasi sport, sport, sport s, sport s +, track ma non troppo ecc ecc. A orchestrare tutti gli strumenti ci sarà il vostro cervello, che avrà bisogno di tempi di risposta assai brevi per soddisfare certe domande che la GRMN potrebbe porre in alcuni frangenti.


Cintura nera
Per darle modo di esprimersi al meglio, dovete allontanarvi il più possibile dalla civiltà e rifugiarvi su una strada di montagna, dove la Yaris può dare sfogo alle sue doti di irriducibile lottatrice. Appena cominciate a spingere trovate il Torsen che vi prende a schiaffi come fate quando pensate di essere svegli e in realtà state ancora dormendo. Tempo di essersi calibrati su una meccanica tanto rude e state già sorridendo perché quando premete l’acceleratore trovate una risposta immediata (da aspirato) e la spinta da shuttle degna della Garrett più ignorante. Sembrerebbe fatta, quindi, con le prestazioni che vi entusiasmano e un po’ vi intimoriscono, ma a un certo punto vi rendete conto che a malapena siete sulla soglia dei 6000 giri e lei, ragazzi cari, ha parecchio più fiato in corpo.
Proprio così, la carica dei 212 cv termina quasi 1000 giri più tardi e il limitatore comincia a picchiare poco oltre i 7000. Allora ci riprovate, deglutite un po’ di coraggio e tenete giù contrariamente a ogni istinto di sopravvivenza, con il sound dello scarico che sembra un tifone pronto a sradicare il tetto di casa vostra e che vi solletica la corteccia cerebrale. Riuscite a portarla poco sotto il K2 e sbam! Dentro la terza.

Cosa? Vi chiederete, visto che un manuale con questa velocità difficilmente si trova su strada. La corsa non sarà la più breve, ma la precisione dell’innesto è imbarazzante, anche se togliete il piede dell’acceleratore non c’è praticamente perdita e il motore continua da dove aveva lasciato, con il medesimo crescendo che vi fa stringere forte il volante e prepararvi per la prossima curva. Sensazionale, senza mezzi termini, e il bello continua con un set di freni che potrete maltrattare per quanto vorrete, senza sentire nemmeno l’odore una volta scesi.
La parte più bella di questo aspetto è la calibrazione dell’abs, che vi lascia tanto spazio (al limite del bloccaggio) se sapete cosa fate. La melodia continua con un volante e un assetto che vi fanno pensare di aver raggiunto la telecinesi per come l’auto reagisce ai vostri input. Lo sterzo, servoassistito elettricamente, è comunicativo e preciso come pochi e gran parte del lavoro lo fa il peso tanto basso da permettervi di esagerare ma senza mai finire male, con l’assetto talmente neutro e piantato che a lei potete far fare quello che volete. Ma state tranquilli, almeno su strada, voi sarete più stanchi mooolto prima di lei.