Opel Corsa OPC, l’offerta più onesta meno considerata?
Non voglio una Clio RS, non voglio una Fiesta ST, né una Mini JCW o una 208 GTI… Che faccio?
Ti fai vedere da uno bravo! Magari è così che risponderebbero in molti, ma se è vero che noi non siamo molti e non siamo nemmeno in molti a dirla tutta, allora vi rispondiamo che, forse, abbiamo proprio quello che fa al caso vostro. Forse. È un pomeriggio di fine luglio, dovrebbe proprio essere l’ultimo, e la giornata è una di quelle che sembrano non finire mai; calda, ma non troppo, e con quella luce che nella parte finale del pomeriggio diventa sempre più morbida e pare rendere più delicato qualunque oggetto su cui si posa. Noi stiamo veleggiando alla volta di Orzaglia, piccolo borgo sull’altopiano alla base della Pania di Corfino pochi km dopo la fortezza delle Verrucole, che sovrastra la valle dal Medioevo. Sono 26° gradi e davanti a noi c’è un’Opel Corsa OPC, che sia lei l’alternativa valida?
Foto di Lisa Mazzei e Leonardo Fiori
Purtroppo, prima di iniziare, dobbiamo darvi una brutta notizia. Eh sì, perché la Corsa OPC non è più in vendita; adesso trovate la versione GSI e per riaverla dovremo aspettare il nuovo modello che condividerà la base con la Peugeot 208. La buona notizia è che adesso, che lo vogliate o no, costa meno. Va bene, andiamo avanti. La nostra è di un bel Sunny Melon Yellow, forse il migliore per questa piccola peperina che è cresciuta molto dai tempi in cui faceva a schiaffi con la Clio RS. Peccato abbia perso la cornice triangolare al posteriore, che inglobata nel diffusore conteneva il tubo di scarico e in generale quell’aria da teenager in cerca di esperienza. Quando si ripresentò nel 2015 la potenza spremuta dal 1.6 L turbo era salita a 207 CV con 280 Nm di coppia (overboost). Sul piatto c’è un’estetica molto gradevole che la differenzia per bene dal modello base e gli interni sono impreziositi dai sedili Recaro, che su queste piccole hatch danno sempre quel tocco in più quanto a arroganza.
Nascosta tra gli scaffali?
A dire il vero con un prezzo che parte, anzi, partiva da 21.900 euro avrebbe dovuto essere sempre ben in vista o ben in mente a chi cercava una segmento B di questo tipo, ma per un motivo ancora oscuro al team di scienziati che abbiamo assunto per studiare il fenomeno, sembra che la Corsa OPC sia sempre stata quella più snobbata. Peccato! Male, diciamo noi, perché non ci vogliono più di pochi chilometri per capire che questa crucca il suo lavoro lo sa fare davvero bene. Il fatto è che la ricetta è semplice: tre pedali, una leva e un volante per sbatterla da una curva all’altra e grazie a… Chi vi pare, c’è sempre un bel freno a mano vecchio stile per chi di mestiere ne ha parecchio. Rispetto al vecchio modello è più bassa di 10 mm e dietro c’è un nuova geometria con barre stabilizzatrici più grandi e ammortizzatori a frequenza selettiva.
Il sole, però, se ne frega di tutto ciò e ci consiglia di sbrigarci; per cui, senza perdere tempo, ci caliamo nei gusci tutto sommato comodi e ben imbottiti per capire quanto e che carattere abbia questa Corsa. All’avvio lo scarico Remus borbotta e a colpire è la spinta decisa del turbo che attacca a 2000 giri e continua a spingere fino a quasi 6000. Non è una lama, va detto, ma lo sterzo è preciso quel tanto che serve per non mancare mai il punto che state mirando e c’è sempre margine per tirarsi fuori dagli impicci, anche quando dovete alzare il piede perché stavate pensando a Vatanen sulla Manta 400 al Manx Rally.
Magari il cambio lo avremmo voluto più deciso, non che non sia preciso, ma ci sembra che ‘dorma’ un po’ rispetto al resto dei componenti e di quello di alcune rivali. Decisa anche la risposta dei freni, che in questo caso possono ancora contare su delle pinze monoblocco a quattro pistoncini. Il risultato è un mordente deciso e una forza frenante che basta per tenere la situazione sempre sotto controllo. La Corsa ci piace, sembra una di quelle ragazze delle superiori espansive che non se la tirano troppo e che vi fanno tirare fuori il meglio. Non dovete essere degli esperti per voi sarà facile e intuitiva, ma se siete in cerca di qualcosa con muscoli più definiti, allora per voi c’è la sorella…
La sorella che abbiamo voluto conoscere noi. Non cambia niente all’esterno, tolti i cerchi da 18”, un po’ come due gemelle con il 36 e il 37, ma sotto le cose cambiano alla grande. Si parte da dischi che arrivano a 330 mm di diametro all’anteriore e che dovrete frustare parecchio, almeno su strada, prima che comincino a implorarvi di farli respirare. Poi, si passa all’assetto Koni che la rende pronta per la pista e su strada la trasforma in una tavola con cui bisogna avere sempre la risposta pronta a certe domande che vi fa da un momento all’altro. Aggiungete lo scarico Remus e, ciliegina sulla torta, il differenziale autobloccante. Con lui, a questo punto, si può davvero cominciare a fare sul serio e la trazione non manca anche quando siete cattivi. Dopo la prova di una versione standard qualche mese prima, trovarsi abbacciati con il Performance Pack vi da l’idea di quanto un’auto possa migliorare con gli ingredienti giusti. Se, quindi, anche voi sentite la standing ovation che parte in automatico finito questo elenco, allora è probabile che nemmeno vi ricordiate se davvero steste pensando a una delle auto citate in apertura. Il PP vi verrà a costare 2,500 euro in più, ma se considerate il punto di partenza vi rendete presto conto che per le mani avrete una piccola vivibile tutti i giorni con un rapporto prezzo-offerta onesto come pochi altri.
E se è pur vero che stiamo parlando di un’auto che si può comprare solo usata e che di sicuro la prossima generazione, anche grazie alla partnership con Peugeot, sarà migliore, rimane indubbio il fatto che la Corsa OPC sia una delle proposte più interessanti al giorno d’oggi, se quello che cercato è il divertimento old school tra le stradine di montagna. Sincera e senza pretese tiene alto il nome dell’Opel Performance Center, mentre gli amici mangia crauti sono già a lavoro sui prossimi progetti. Goditi la pensione cara versione D, speriamo di ritrovarci su queste strade un giorno per vedere cosa sarai diventata, e adesso che il sole ci saluta, anche a noi non è rimasto altro da fare.